articolo Alberi Caducifoglie
Gli alberi venuti da lontano freccemartedì 15 febbraio 2011

Gli alberi venuti da lontano sono ormai moti e maestosi e sono diventati una presenza fissa e rassicurante di tanti parchi cittadini e di altrettanti giardini.
Molti sono venuti da paesi esotici e remoti e sono entrati a far parte della, per così dire, banca dati vegetale alla quale ormai tutti attingiamo.

Del resto la natura e con essa il verde rappresentato dalla maggior parte delle grandi essenze arboree sono la miglior medicina per rilassarci durante le nostre passeggiate nel verde, sensazione di pace e di benessere che si è dimostrata essere, alla fine e a ragion veduta, migliore di una qualunque altra medicina.
Sin dal 700 i viaggiatori e i botanici di un tempo si sono spinti al di là degli oceani per cercare e conoscere altre specie arboree e orticole e hanno riportato dai loro viaggi semi che, con molta pazienza e tanto amore, sono riusciti a far germogliare in un mondo tanto diverso per loro, mondo che li ha accolti con grande interesse. Così sono giunti a noi ospiti che oggi ci sono familiari, che fanno parte della nostra vita e dei nostri paesaggi e li incontriamo nei giardini e nei parchi cittadini che lottano con tenacia contro lo smog.

Molti di questi nostri nuovi amici costituiscono delle presenze di notevole rilievo nei parchi ottocenteschi e nelle collezioni botaniche dei maggiori giardini del nostro continente. Attualmente ne sopravvivono esemplari secolari, che hanno visto la luce in un Paese a loro completamente sconosciuto, e sono con tenacia riusciti ad ambientarsi superando quelle diversità di clima cui sono inevitabilmente andati incontro. Oggi fanno parte del nostro patrimonio arboreo, sono entrati di diritto a far parte di quella banca dati vegetale che ci appartiene.

Conoscere la storia di alcune di queste specie potrebbe essere interessante. Come primo esempio potremmo prendere la quercia che conosciamo tutti come antica abitante dei boschi italiani. I giardino odierni, tuttavia, ospitano una grande quercia dai notevoli pregi ornamentali, la Quercus rubra che italiana non è dal momento che è di origine americana e che oggi, invece, ci appartiene. Tra le 500 e più specie di querce che popolano l’emisfero Nord, ben 125 sono spontanee in Messico e sono anch’esse entrate a far parte del nostro patrimonio arboreo.

Caso ben diverso è quello della Catalpa, genere che conta solo 11 specie delle quali una sola è usata a scopo ornamentale, la Catalpa bignonoides che resiste bene all’inquinamento delle nostre città, alla siccità e ai terreni poveri. Originaria degli Stati Uniti si trova regolarmente a suo agio  nei giardinetti cittadini dove sfoggia la sua bella fioritura nel cuore dell’estate e dove regala frescura con l’ombra delle sue enormi foglie.
Sempre proveniente dagli Stati Uniti è il Liriodendron tulipifera chiamato amichevolmente albero dei tulipani per quei suoi curiosi fiori ed è spesso confuso per un acero o un platano a causa delle sue grandi foglie palmate.

E ancora, altra pianta stupefacente, il Gingko, stupefacente come dicevo per il semplice fatto che è una vera e propria eccezione del mondo vegetale. Originaria della Cina, sembrerebbe, comprende una sola specie, affine alle conifere, e per qualche strano mistero della Natura non ha subito nessuna evoluzione negli anni e quelle che vediamo sono tal quali a quelle di milioni di anni fa.  Se la Natura ha pensato bene di non intervenire per adeguarla al passare del tempo, vorrà dire che già dai suoi albori era perfetta così com’era. Cresce bene nei climi caldi, quindi nel Sud del nostro Paese dove è facile incontrare alcuni esemplari di notevole effetto, soprattutto in autunno, quando il fogliame assume una colorazione intensa.

Da America, Cina e Giappone giunge poi la maggior parte degli aceri ornamentali che, grazie a molti esemplari di piccole dimensioni, si adattano benissimo ai piccoli giardini dove si fanno ammirare per i teneri e pastellati colori primaverili o per quelli intensi autunnali. Dal Canada poi sono giunti i grandi aceri, la pianta nazionale canadese tant’è che la sua foglia è presente nella bandiera della Nazione  del Nord America e tra questi l’Acer rubrum, magnifico esemplare dalle foglie che in autunno assumono le colorazioni più incredibili.

Non ci dimentichiamo poi della Magnolia grandiflora, una delle regine dei nostri giardini con la sua fioritura spettacolare e profumatissima che arriva in Europa in seguito alla scoperta delle Americhe così come la Mimosa, si la nostra Mimosa dall’appariscente fioritura di febbraio, che è di origine australiana.
Senza poi contare alcune conifere come  il Cedrus Libani o il Cedrus atlantica di origine mediorientale.

E ancora la Betulla, originaria del Grande nord, ma che oggi fa parte del nostro patrimonio arboreo o il comunissimo Cercis siliquastrum, detto Albero di giuda,  che troviamo nei parchi cittadini e lungo le strade urbane e che i primavera di carica di fiori di intenso colore e originario dell’area mediterranea.
Conoscere storia e curiosità degli alberi che sono entrati a far parte della nostra vita è utile in quanto questo ci consentirà di valutare meglio le loro esigenze in modo da dar loro un habitat il più possibile vicino a quello originale.
©  RIPRODUZIONE RISERVATA

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Gli alberi venuti da lontano freccemartedì 15 febbraio 2011

Gli alberi venuti da lontano sono ormai moti e maestosi e sono diventati una presenza fissa e rassicurante di tanti parchi cittadini e di altrettanti giardini.
Molti sono venuti da paesi esotici e remoti e sono entrati a far parte della, per così dire, banca dati vegetale alla quale ormai tutti attingiamo.

Del resto la natura e con essa il verde rappresentato dalla maggior parte delle grandi essenze arboree sono la miglior medicina per rilassarci durante le nostre passeggiate nel verde, sensazione di pace e di benessere che si è dimostrata essere, alla fine e a ragion veduta, migliore di una qualunque altra medicina.
Sin dal 700 i viaggiatori e i botanici di un tempo si sono spinti al di là degli oceani per cercare e conoscere altre specie arboree e orticole e hanno riportato dai loro viaggi semi che, con molta pazienza e tanto amore, sono riusciti a far germogliare in un mondo tanto diverso per loro, mondo che li ha accolti con grande interesse. Così sono giunti a noi ospiti che oggi ci sono familiari, che fanno parte della nostra vita e dei nostri paesaggi e li incontriamo nei giardini e nei parchi cittadini che lottano con tenacia contro lo smog.

Molti di questi nostri nuovi amici costituiscono delle presenze di notevole rilievo nei parchi ottocenteschi e nelle collezioni botaniche dei maggiori giardini del nostro continente. Attualmente ne sopravvivono esemplari secolari, che hanno visto la luce in un Paese a loro completamente sconosciuto, e sono con tenacia riusciti ad ambientarsi superando quelle diversità di clima cui sono inevitabilmente andati incontro. Oggi fanno parte del nostro patrimonio arboreo, sono entrati di diritto a far parte di quella banca dati vegetale che ci appartiene.

Conoscere la storia di alcune di queste specie potrebbe essere interessante. Come primo esempio potremmo prendere la quercia che conosciamo tutti come antica abitante dei boschi italiani. I giardino odierni, tuttavia, ospitano una grande quercia dai notevoli pregi ornamentali, la Quercus rubra che italiana non è dal momento che è di origine americana e che oggi, invece, ci appartiene. Tra le 500 e più specie di querce che popolano l’emisfero Nord, ben 125 sono spontanee in Messico e sono anch’esse entrate a far parte del nostro patrimonio arboreo.

Caso ben diverso è quello della Catalpa, genere che conta solo 11 specie delle quali una sola è usata a scopo ornamentale, la Catalpa bignonoides che resiste bene all’inquinamento delle nostre città, alla siccità e ai terreni poveri. Originaria degli Stati Uniti si trova regolarmente a suo agio  nei giardinetti cittadini dove sfoggia la sua bella fioritura nel cuore dell’estate e dove regala frescura con l’ombra delle sue enormi foglie.
Sempre proveniente dagli Stati Uniti è il Liriodendron tulipifera chiamato amichevolmente albero dei tulipani per quei suoi curiosi fiori ed è spesso confuso per un acero o un platano a causa delle sue grandi foglie palmate.

E ancora, altra pianta stupefacente, il Gingko, stupefacente come dicevo per il semplice fatto che è una vera e propria eccezione del mondo vegetale. Originaria della Cina, sembrerebbe, comprende una sola specie, affine alle conifere, e per qualche strano mistero della Natura non ha subito nessuna evoluzione negli anni e quelle che vediamo sono tal quali a quelle di milioni di anni fa.  Se la Natura ha pensato bene di non intervenire per adeguarla al passare del tempo, vorrà dire che già dai suoi albori era perfetta così com’era. Cresce bene nei climi caldi, quindi nel Sud del nostro Paese dove è facile incontrare alcuni esemplari di notevole effetto, soprattutto in autunno, quando il fogliame assume una colorazione intensa.

Da America, Cina e Giappone giunge poi la maggior parte degli aceri ornamentali che, grazie a molti esemplari di piccole dimensioni, si adattano benissimo ai piccoli giardini dove si fanno ammirare per i teneri e pastellati colori primaverili o per quelli intensi autunnali. Dal Canada poi sono giunti i grandi aceri, la pianta nazionale canadese tant’è che la sua foglia è presente nella bandiera della Nazione  del Nord America e tra questi l’Acer rubrum, magnifico esemplare dalle foglie che in autunno assumono le colorazioni più incredibili.

Non ci dimentichiamo poi della Magnolia grandiflora, una delle regine dei nostri giardini con la sua fioritura spettacolare e profumatissima che arriva in Europa in seguito alla scoperta delle Americhe così come la Mimosa, si la nostra Mimosa dall’appariscente fioritura di febbraio, che è di origine australiana.
Senza poi contare alcune conifere come  il Cedrus Libani o il Cedrus atlantica di origine mediorientale.

E ancora la Betulla, originaria del Grande nord, ma che oggi fa parte del nostro patrimonio arboreo o il comunissimo Cercis siliquastrum, detto Albero di giuda,  che troviamo nei parchi cittadini e lungo le strade urbane e che i primavera di carica di fiori di intenso colore e originario dell’area mediterranea.
Conoscere storia e curiosità degli alberi che sono entrati a far parte della nostra vita è utile in quanto questo ci consentirà di valutare meglio le loro esigenze in modo da dar loro un habitat il più possibile vicino a quello originale.
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